E' stata pubblicata la 164° indagine congiunturale di Federmeccanica, sull'Industria Metalmeccanica:

  • peggiora nel terzo trimestre la produzione metalmeccanica (-2,1% a/a). Pesano, tra i vari fattori, gli ulteriori incrementi dei prezzi dell’energia e delle materie prime dovuti al prolungamento del conflitto russo-ucraino e la politica zero-covid adottata dalla Cina.
  • Anche l’export, aumentato del 13,5% rispetto all’analogo periodo del 2021, è tuttavia in attenuazione nei singoli trimestri. Positivi i flussi verso i Paesi Ue (+15%), mentre diminuiscono verso Russia (-19,5%) e Cina (-4,3%).
  • Sono pari al 64% le aziende che prevedono di attuare forme di investimento nei prossimi sei mesi, in particolare volte ad aumentare il risparmio energetico e la propria sostenibilità ambientale. Il 26,4% del campione investirà in tecnologia e digitalizzazione e il 20,1% dedicherà risorse per la formazione. 
  • Sale all’83% (rispetto al 79% della scorsa rilevazione) la percentuale di imprese che risentono dell’impatto dei rincari energetici sui costi di produzione. Nel 51% dei casi ciò ha comportato la riorganizzazione del lavoro e/o dell’attività produttiva. Aumentano anche le aziende che indicano come possibile conseguenza l’interruzione dell’attività: sono pari all’8% (erano il 7% nel secondo trimestre e il 4% nel primo).

Dopo un primo semestre 2022 caratterizzato da segnali contrastanti, l’attività produttiva metalmeccanica nel periodo luglio-settembre ha registrato un peggioramento. Sia sulla dinamica produttiva, sia sulle previsioni, pesano gli ulteriori incrementi dei prezzi dell’energia e delle materie prime dovuti al prolungamento del conflitto russo-ucraino e la politica zero-covid adottata dalla Cina che contribuisce a creare sempre maggiori difficoltà nelle catene di approvvigionamento globali.

Nel terzo trimestre dell’anno in corso, infatti, i volumi di produzione in termini congiunturali hanno evidenziato una sostanziale stabilità (+0,1%), dopo il progresso dell’1,1% osservato nel secondo, mentre nel confronto con l’analogo periodo del 2021 sono diminuiti del 2,1%, in ulteriore calo dopo il -1,2% registrato nel precedente trimestre. Complessivamente nel periodo gennaio-settembre 2022, la produzione metalmeccanica è mediamente diminuita dello 0,6% rispetto ai primi nove mesi del 2021, a fronte della variazione positiva fatta registrare invece dall’intero comparto industriale (+0.8%).

Nell’ambito del settore si confermano andamenti produttivi tendenziali contrastanti nei diversi comparti. Nei primi nove mesi di quest’anno, infatti, sono diminuite in particolar modo le attività della Metallurgia (-7,9% rispetto allo stesso periodo del 2021) ma anche la fabbricazione di Prodotti in metallo (-3,9%) e quella di Macchine e apparecchi elettrici (-2,8%), mentre la produzione di Autoveicoli e rimorchi si è ridotta dell’1,6%. Sono invece aumentate le fabbricazioni di Computer, radio TV, strumenti medicali e di precisione (+7,2%), degli Altri mezzi di trasporto (+3,5%) e delle Macchine e apparecchi meccanici (+2,1%).

Nei principali paesi dell’Unione Europea, la produzione metalmeccanica è mediamente aumentata dell’1,8% nel confronto con i primi nove mesi del 2021. Con riferimento ai principali paesi europei, a fronte della variazione negativa registrata per l’Italia (-0,6%), l’attività produttiva è cresciuta in Spagna del 2,5%, in Francia dell’1,4%, mentre in Germania l’incremento è stato più contenuto e pari a +0,9%.

Nei primi nove mesi del 2022 le esportazioni metalmeccaniche sono aumentate in media del 13,5% nel confronto con l’analogo periodo del 2021, evidenziando una dinamica in attenuazione nel corso dei singoli trimestri, mentre le importazioni sono cresciute in misura maggiore pari al 23,2%. Occorre, inoltre, osservare che gli incrementi dell’interscambio in valore sono stati influenzati da una forte crescita dei valori medi unitari.

Per quanto riguarda le aree di destinazione dei prodotti metalmeccanici, i flussi in uscita hanno fatto registrare un incremento più marcato per i prodotti diretti verso i paesi dell’Unione Europea (+15,0%) rispetto a quelli destinati ai mercati esterni all’area (+11,8%).

Tra gennaio e settembre 2022 l’export settoriale diretto in Germania e in Francia è aumentato rispettivamente del 13,1% e del 12,2%, ancor di più verso la Spagna (+20,8%), l’India (+23,4%), la Turchia (+25,0%) e gli Stati Uniti (+25,3%) che si collocano al secondo posto come mercato di destinazione dei nostri prodotti metalmeccanici. All’opposto, sono diminuiti fortemente i flussi diretti in Russia (-19,5%) e, in misura più contenuta, verso la Cina (-4,3%).

Gli indicatori previsivi confermano un peggioramento della congiuntura settoriale rispetto alla precedente rilevazione. Le attese sono all’insegna di una contrazione dell’attività produttiva e di un ulteriore ridimensionamento dei livelli occupazionali

  • Il 23% delle imprese intervistate si dichiara soddisfatto del proprio portafoglio ordini, quota in discesa rispetto al 27% della scorsa rilevazione. 
  • Il 26% prevede incrementi di produzione a fronte del 28% che pronostica riduzioni. Il saldo è pertanto negativo per il secondo trimestre consecutivo.
  • Il 17% ritiene di dover aumentare, nel corso dei prossimi sei mesi, gli attuali livelli occupazionali rispetto al precedente 21%.

Il sentiment delle aziende è inoltre fortemente condizionato dalle conseguenze del prolungamento del conflitto russo-ucraino che continua a inasprire la spirale dei prezzi dei prodotti energetici e delle materie prime rendendo più complessa e onerosa l’attività produttiva delle imprese.

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