Bisogna accelerare i tempi del cambiamento e a essere chiamata in causa è anche, se non soprattutto, la struttura delle aziende. Non solo di quelle grandi e medie, ma anche delle piccole realtà.

Lo hanno sottolineato il Presidente di Unione Industriali Napoli, Maurizio Manfellotto, e la Presidente del Gruppo Piccola Industria dell’Associazione, Anna Del Sorbo, nell’introdurre i lavori del webinar “La tua Impresa nel 2030. Fattori di competitività per l’Impresa del Futuro”, moderato dal giornalista Procolo Mirabella. L’iniziativa dà avvio a un ciclo di incontri, diretto a sollecitare e sostenere il cambiamento necessario per le piccole imprese. Di qui il titolo del ciclo, ‘Pmi Re-Action’. “Gli imprenditori devono avere una vision del futuro delle loro aziende, che non si limiti alla digitalizzazione di prodotti e processi, ma investa aspetti culturali e organizzativi”, ha detto Del Sorbo.

Ad approfondire il tema sono intervenuti, fra gli altri, Alberto Mattiello, Head of Future Thinking Project, J. Walter Thompson, Miami, e Paolo Taticchi, Omri, Professor (Education) in Strategy and Sustainability & School’s Deputy Director (Mba and Global Engagement), Ucl School of Management.

“Le imprese”, ha sottolineato Mattiello, “hanno oggi la possibilità di essere predittive e proattive. La disponibilità enorme di dati abbatte i tempi delle previsioni e consente applicazioni come gli emulatori digitali, che testano i processi prima di applicarli nella realtà”. Ma le aziende devono essere anche ‘rigenerative’, integrate nella società. Customer centric ma anche Planet centric. Non si tratta solo di istanze etiche ma di business, come dimostra la mole straordinaria di finanziamenti indirizzata dai principali fondi di investimento alle imprese climate tech. “Il mondo della tecnologia”, ha rimarcato Mattiello, “deve ormai convivere con quello della natura”.

Ma come trasformare gli assetti delle imprese?

Per Paolo Taticchi, serve ‘La Tempesta Perfetta’. Soprattutto dopo che la pandemia ha dimezzato gli orizzonti temporali per la realizzazione dei cambiamenti rispetto alle aspettative pre-covid. “L’innovazione non basta più. Bisogna resettare, ripartire in modalità startup, ed è un discorso che vale per tutto l’universo delle aziende. Di qui l’indifferibilità di adottare strumenti per la riorganizzazione. Sviluppare nuove competenze all’interno dell’aziende ma anche acquisirle dall’esterno. Superare un limite culturale presente soprattutto nel Mezzogiorno. Le aziende devono managerializzarsi. La formazione è fondamentale. Raddoppiare i costi in un’azienda significa aumentare la produttività del 12%, con un enorme vantaggio in termini di valore aggiunto”.

Uno degli strumenti messi a disposizione dal sistema confindustriale locale per favorire la trasformazione delle aziende è Campania Digital Innovation Hub, sulle cui articolate iniziative si è soffermato il Direttore Generale Edoardo Imperiale. A concludere i lavori, una testimonianza di successo imprenditoriale, quella dell’Amministratore Delegato di Adler Plastic, Paolo Scudieri. L’imprenditore si è detto ottimista per le prossime sfide e ha invitato a realizzare gli opportuni profondi cambiamenti organizzativi, nella direzione sia della crescita dimensionale e qualitativa delle imprese, sia della tutela dei valori del Made in Italy, inclusi quelli espressi dai poli dell’eccellenza campana. In un’ottica glocal, di evoluzione tecnologica e culturale, e di adattamento e flessibilità nei confronti di mercati diversi tra loro per prassi e normative.

 


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