Passaggio di testimone da Torino a Napoli
Gay: “La cultura è impresa e l’impresa è cultura. È il principio ispiratore che ci ha guidati”
Jannotti Pecci: “Questa designazione premia la vocazione produttiva e culturale della città”
La “Capitale della Cultura d’Impresa” è un’iniziativa di Confindustria, lanciata nel 2019, dedicata alle associazioni del Sistema e alle imprese, per sostenere e sviluppare la consapevolezza del valore sociale e identitario, oltre che economico, della cultura del fare impresa e favorire una visione non convenzionale del mondo imprenditoriale. L’obiettivo è coinvolgere il sistema associativo nella promozione e valorizzazione delle economie locali, dentro e fuori il sistema confederale, rafforzando al tempo stesso il network territoriale e le partnership pubblico-privato anche in campo culturale. La Capitale rappresenta una grande opportunità di crescita, un laboratorio di idee e nuovi progetti, una vetrina del nostro saper fare, che può dare un impulso significativo allo sviluppo di sinergie tra impresa, comunità e territori.
Con il progetto “Radicati nel futuro”, è Napoli ad aggiudicarsi il riconoscimento di “Capitale della Cultura d’Impresa 2025”. Presente a Torino, alle Officine Grandi Riparazioni, per il passaggio di testimone, una delegazione dell’Unione Industriali Napoli, composta da: Francesco Benucci, Direttore Generale UIN; Gabriele Fasano, Vice Presidente UIN; Guido Bourelly, Presidente Gruppo Piccola Industria UIN e Vice Presidente UIN; Antonio Amato, Presidente Gruppo Giovani Imprenditori UIN e Vice Presidente UIN.
Il presidente dell’Unione Industriali Napoli, Costanzo Jannotti Pecci, ha espresso soddisfazione per questa designazione, sottolineando che “Napoli, con la sua area metropolitana, è un polo di eccellenze produttive e filiere di livello internazionale. Ha inoltre una forte identità, consolidata in tanti settori del Made in Italy, con un retroterra di cultura di impresa che affonda le radici nel passato. Ma Napoli è anche al centro dell’attenzione internazionale, luogo di elezione per narrazioni da differenti prospettive, meta sempre più frequente per turisti provenienti da ogni Continente, musa ispiratrice di una quantità assai elevata di produzioni culturali, locali, italiane e internazionali. La designazione di Napoli Capitale della Cultura d’Impresa 2025, ottenuta sulla base di un articolato programma proposto dall’Unione Industriali Napoli, premia questa vocazione produttiva e culturale della città, che proprio nel prossimo anno festeggerà la ricorrenza dei 2500 anni dalla fondazione di Neapolis”.
Il capoluogo campano raccoglie il testimone da Torino, che nel corso del 2024 ha animato la città dando vita a un palinsesto di 130 eventi con 75.000 partecipanti, di cui 40.000 visitatori della mostra “Torino al futuro”, e oltre 650 speakers. Fra le eredità del riconoscimento, inoltre, lo stretto legame instaurato con le principali istituzioni culturali del territorio, molte delle quali hanno nell’occasione deciso di aderire all’associazione confindustriale torinese.
“L’occasione del passaggio di testimone alla Capitale della Cultura d’Impresa che subentrerà a Torino nel 2025, - ha affermato Marco Gay presidente dell’Unione Industriali Torino -, stimola una riflessione sul significato che ha avuto per noi questo riconoscimento. Ad accomunare cultura e imprenditoria è la creatività, l’impulso generatore di un’opera che sta alla base sia del gesto artistico, sia del fare impresa, espressione in entrambi i casi di quella risorsa preziosa e insostituibile che si chiama talento. La cultura è impresa e l’impresa è cultura. È il principio ispiratore che ci ha guidati nella definizione delle attività susseguitesi nel corso dell’anno per celebrare il titolo attribuitoci per il 2024 insieme ai principali attori del territorio e alle aziende che hanno supportato il progetto. Un programma, non a caso intitolato “Spazio al futuro”, con cui non abbiamo voluto intendere la cultura d’impresa quale mera narrazione di un pur glorioso passato, quanto piuttosto come una visione dell’avvenire, proponendoci di coinvolgere e stimolare su questi temi l’intera comunità, ma di farlo soprattutto nei confronti dei più giovani. Perché è su di loro che abbiamo il dovere di investire, per generare sviluppo e imprimere un nuovo impulso economico e sociale al nostro Paese attraverso la leva dell’innovazione e della creatività”, ha detto Gay.