Napoli e il Mezzogiorno possono ritrovare slancio se si riparte dalle imprese. A indicare come procedere è stato Paolo Graziano, Presidente dell’Unione Industriali di Napoli, nella relazione svolta oggi in apertura dell’Assemblea ordinaria dell’Associazione, tradizionale momento di condivisione con la base associativa di analisi e linee d’intervento.
Tra i temi prioritari trattati da Graziano: la politica industriale, i fondi Ue e i Grandi Progetti per Napoli, il credit crunch e i ritardati pagamenti delle pubbliche amministrazioni, la sburocratizzazione della P.A.
Serve – secondo Graziano - una grande visione strategica dello sviluppo. Bisogna rilanciare la politica industriale e in particolare il settore manifatturiero, senza il quale non può esserci crescita ma solo una graduale desertificazione produttiva. Vanno valorizzati anche comparti come l’industria culturale e del turismo, a partire da preesistenze importanti come l’area archeologica di Pompei, per la quale l’Unione Industriali ha presentato un studio di fattibilità finalizzato a realizzare il più grande Cultural Tourism District europeo.
Ma per innescare la ripresa bisogna innanzitutto agire su due fronti: creare un ambiente business friendly per le imprese e attrarre gli investimenti con incentivi mirati, a compensazione delle diseconomie presenti rispetto ad altri territori.
Vanno colte le opportunità date dai fondi comunitari e in particolare dai Grandi Progetti, dal porto alla banda larga, in grave ritardo di attuazione. Per Napoli sono previsti investimenti per 2 miliardi, una cifra fondamentale per lo sviluppo della città. Pochi i bandi emanati: l’Unione Industriali monitorerà costantemente l’andamento degli interventi, anche attraverso il proprio portale, esigendo il rispetto degli impegni assunti.
“Condividiamo la proposta del Ministro per la Coesione territoriale Trigilia”, ha detto Graziano, “di attivare un’Agenzia nazionale a supporto delle Regioni”, per evitare il rischio di un taglio dei fondi. Ma serve anche, secondo il Presidente dell’Unione Industriali, che a essa vengano attribuiti poteri sostitutivi nel caso di una “conclamata inefficienza dell’amministrazione competente”.
Tra i fattori che hanno reso critica la condizione di molte imprese, ci sono i ritardati pagamenti delle pubbliche amministrazioni, per due terzi concentrati nel Sud. Il meccanismo previsto dal Governo per la restituzione degli importi penalizza i territori con maggiori difficoltà finanziarie. Graziano rilancia la proposta del Presidente della Regione Campania Caldoro di un Fondo unico nazionale per i pagamenti della P.A., ipotizzando altresì un Fondo unico di garanzia dei crediti per affrontare, più in generale, il problema del credit crunch. Un sostegno soprattutto per le piccole e medie imprese, in una regione in cui continua sempre più a ridursi il credito bancario.
La strada della ripresa per il Presidente dell’Unione passa inoltre per la realizzazione di infrastrutture e servizi in grado di rendere competitivo il contesto in cui le imprese operano quotidianamente. Anche con un drastico snellimento delle procedure delle pubbliche amministrazioni e dimezzando i tempi loro concessi per gli adempimenti.

L’Assemblea dell’Unione Industriali ha eletto i seguenti membri di Giunta: Giovanni Abete (A. Abete), Antonello Baratto (Baratto Service), Giulio Barrel (Autostrade), Armando Brunini (Gesac), Stefano D’Agata (Fincantieri), Paolo Faieta (Poste Italiane), Danilo Iervolino (Pegaso Consulting), Elena Marchetto (Fastweb), Stefano Massa (Villa Massa), Emilio Mastantuoni (Ibm Italia), Domenico Menniti (Harmont & Blaine), Giuseppe Mercuri (Eredi Giuseppe Mercuri), Vincenzo Napolitano (Eni), Pierluigi Petrone (Euromed), Annamaria Schena (Villa delle Ginestre), Ettore Spigno (Telecom Italia), Michelangelo Suigo (Vodafone Italia), Roberto Zaccaro (Kuwait Raffinazione e Chimica).
 


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