Al via le selezioni per il secondo appuntamento con Italian Scouts in Silicon Valley, il programma promosso dal Ministero degli Affari Esteri in collaborazione con l’Unione degli Industriali di Napoli e l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Obiettivo dell’iniziativa che ha coinvolto 21 start-up napoletane: creare sinergie tra l’imprenditorialità italiana e l’ecosistema dell’innovazione della Silicon Valley.
La seconda edizione, che vedrà nuovamente protagoniste le start-up aderenti al progetto Start N’Up dell’Unione Industriali di Napoli, si svolgerà entro la fine del 2015. È quanto emerso nel corso della conference call che ha fatto il punto sui risultati del programma 2014 e che ha visto protagonisti il Vice Presidente di Palazzo Partanna con delega alle Start-up Susanna Moccia, il Responsabile Scientifico di Italian Scouts in Silicon Valley Roberto Vona, la team leader del gruppo di ricercatori dell’Università Federico II di Napoli Nadia di Paolo, il Console Italiano a San Francisco Mauro Battocchi, e l’Attachè Commerciale del Consolato Italiano a San Francisco Stefano Mancini.
I risultati dell’edizione 2014
I tre scout della prima edizione dell’iniziativa hanno svolto attività di relazione e studio dal 1° novembre al 10 dicembre 2014, con risultati di tipo culturale (grazie allo Stanford Technology Ventures Program hanno approfondito la conoscenza del sistema dell’innovazione della Silicon Valley, dei meccanismi di trasferimento tecnologico attivati con successo e hanno instaurato un collegamento diretto con alcuni dei principali esponenti della struttura), di ricerca (realizzando una mappatura delle start-up in Silicon Valley riconducibili a founder italiani), di business scouting (grazie a una fitta agenda di incontri con imprese, venture capitalist e stakeholder).
Le start-up italiane in Silicon Valley
Grazie al supporto del Consolato Generale d’Italia a San Francisco è stato possibile analizzare la struttura della start-up italiana in Silicon Valley, lavorando su un campione di 65 imprese sul centinaio esistenti.
Quasi il 50% delle start-up è stato costituito negli ultimi due anni. Il 40% ha meno di 10 dipendenti e il 90% meno di 50. Sono attive prevalentemente nel settore Ict. Solo il 15% delle start-up considerate sono spin off universitari. Le aziende esaminate hanno raccolto finanziamenti per 645 milioni di dollari. Per il 60% delle start-up i finanziamenti vanno da 0 a 2 milioni di dollari. I fondatori hanno età compresa tra i 30 e i 40 anni (50% del totale) o superiore ai 40 anni (40 per cento). Possiedono un diploma di Laurea Magistrale italiano e nel 18% un dottorato di ricerca. Nel 40% dei casi sono alla seconda esperienza da fondatore.
Le opportunità per gli Scout
La delegazione italiana ha incontrato investitori e imprenditori coerenti con la propria area di business, instaurando contatti basati su credibilità e focalizzazione. È emerso che le idee italiane sono valide, gli ingegneri informatici sono considerati molto preparati e hanno un costo 3-4 volte inferiore rispetto ai colleghi americani. Le start-up italiane, però, risultano interessanti solo se disposte a insediarsi stabilmente nella Silicon Valley. Da questa esperienza emerge che l’Italia non può e non deve replicare il modello Silicon Valley ma deve avviare meccanismi di promozione e sviluppo dell’imprenditorialità innovativa che possano ispirarsi alle buone pratiche d’oltreoceano.
“Il progetto avviato con Farnesina e Federico II – dice Susanna Moccia – ha messo in evidenza la validità dei nostri startupper e la loro capacità di interessare un pubblico internazionale, fortemente specializzato. È importante fare tesoro di quanto appreso per poter avviare sul nostro territorio percorsi di crescita e sostegno a favore delle nuove imprese capaci di fare della provincia napoletana un luogo attrattivo per investimenti e cervelli. Per questo motivo siamo pronti a replicare questa esperienza, dando la possibilità ad altri startupper di approfondire la conoscenza di realtà innovative rinomate in tutto il mondo”.
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