Natura del programma
Programma articolato e complesso di sviluppo di una importante zona cittadina coinvolgente soggetti pubblici e privati, per mettere in moto, ad un livello economico più elevato, una vasta zona della città, vitalizzandola in un’ottica policentrica del tipo “città di città”. Il programma si articola in un complesso di progetti avviati a seguito dell’approvazione del Piano Regolatore Generale del 2005.

Soggetto di riferimento delle iniziative imprenditoriali
Il Comitato NaplEST è il punto di riferimento di numerose imprese impegnate in vari progetti di sviluppo.
Funzioni del Comitato: Informazione, Comunicazione, Rappresentanza, Condivisione, Collegamento, Pressione sui soggetti responsabili.

Territorio di riferimento
Quartieri di Poggioreale, Ponticelli, Barra, S. Giovanni - Napoli
Abitanti totali: 150mila persone
Territorio: 266 ettari
Area destinata a parco: 40%

Investimenti privati totali previsti: 2 ,2 miliardi di euro

Progetti principali:
Terminal di Levante (più grande terminal container del porto di Napoli) - (400 mln)
Completamento, riqualificazione del comparto orientale del Centro Direzionale di Napoli (300mln)
Riqualificazione ex Isola 8 (250 mln)
Casa della musica e grandi eventi di Palaponticelli da 11 mila posti (160 mln)
Nuovo quartiere Feltrinelli-Gianturco (160 mln)
Riqualificazione dell’ex deposito costiero AGIP (33 mln)
Riqualificazione depositi petroliferi Q8
Riqualificazione e riconversione area ICMI
Riqualificazione e riconversione ex manifattura tabacchi

Potenzialità stimata di occupazione dell’insieme dei progetti
FASE DI CANTIERE
Occupazione diretta 28996 anni/uomo pari a 9.665 unità anno
Occupazione indiretta 16217 anni/uomo pari a 5.405 unità anno
FASE DI GESTIONE (stabile)
Occupazione diretta 8.610 unità
Occupazione indiretta(indotta) 17.770 unità
Queste stime non includono i lavori della metropolitana e il Centro commerciale Auchan di Via Argine che è già completato (circa 1000 unità).

Attività interessate dal complesso dei progetti diversificate:
Industria della conoscenza,cultura, ricerca, musica; biotecnologie; diportistica; tempo libero; artigianato; commercio; turistico/ricettivo; direzionale; residenziale (23%); logistica.

Indice di utilizzazione territoriale: 0.4

Avanzamento dei progetti
Comprensibilmente, lo stato di avanzamento di tali progetti è composito: dal “Centro Commerciale Auchan di Via Argine” che è ormai realizzato, a cinque progetti il cui completamento è previsto per il 2013, ai restanti da realizzare entro il 2015 – a parte la “Riqualificazione aree Q8 di Napoli” la cui esecuzione è prevista per il 2020 (e lo stesso ammontare dell’investimento è rimandato, dalla scheda consultata, alla programmazione di dettaglio). Naturalmente, ciascuna impresa ha presentato il suo progetto, richiesto le necessarie autorizzazioni e segue l’iter attuativo specifico che la riguarda. Contemporaneamente, però, il Comitato, svolge una funzione multipla: di informazione, comunicazione (far conoscere, valorizzare, promuovere), rappresentanza, condivisione, collegamento, pressione sulle (e coinvolgimento delle) autorità pubbliche ecc. L’intenzione – chiarisce il Comitato - è fare in modo che “la Napoli che vive” rappresenti “un obiettivo fortemente voluto e condiviso dall’intera comunità per diventare un movimento d’opinione, un progetto di tutti, un trampolino di lancio”.

Tessuto produttivo locale
La vasta area urbana Napoli Est ha sofferto tempo addietro un grave processo di deindustrializzazione. Ciò non significa, tuttavia, come spesso si pensa, che il risultato sia stato una sorta di “terra bruciata”. Certo, i quattro quartieri storici - Poggioreale, Ponticelli, Barra e San Giovanni – rappresentano oggi un territorio disagiato, con punte di degrado, di pericolosità sociale e problemi occupazionali non indifferenti, soprattutto per le donne e i giovani. E’ vero, tuttavia, che già una prima ricognizione visiva svela “una realtà ‘a pelle di leopardo’, in cui strade trafficate, vie secondarie e vicoli, immobili spesso disomogenei (tirati su a scopo abitativo o produttivo in condizioni ed epoche differenti), zone più e meno prospere e dissestate, più e meno vitali e pulite si alternano e si sovrappongono in un clima di ordinaria confusione.”
Una ricerca desk e field della primavera 2010, commissionata dal Comitato NAPLEST, escludendo negozi, bar e ristoranti, ha identificato in zona ben 223 piccole imprese dei più diversi settori, generalmente di piccola dimensione, a conduzione familiare, localizzate a grappoli (clusters), piccoli gruppi o isolate. La ricerca ha condotto con i loro titolari 82 interviste in profondità con il metodo del questionario semi-strutturato; ed ha mostrato, senza ombra di dubbio, come le iniziative imprenditoriali NaplEST e le altre in gestazione nei quattro quartieri trovino in zona più d’un valido interlocutore. La conclusione è dunque che l’accelerazione della vita economica di Napoli Est che tutto ciò potrebbe indurre è indubbiamente un processo alla portata del nostro tempo: fattibile ed auspicabile.

L’impegno degli imprenditori
L’impegno degli imprenditori su questo programma, decisivo per la città, è e sarà massimo. Molti importanti imprenditori sono impegnati direttamente su singoli progetti. L’Unione Industriali di Napoli, insieme ad altre associazioni imprenditoriali come l’Associazione Costruttori di Napoli e la Camera di Commercio di Napoli è impegnata a collaborare ed a premere con le autorità locali perché l’avanzamento generale non subisca ulteriori rallentamenti. Dal modo con cui gli enti preposti sapranno collaborare ed accelerare il programma dipendono decine di migliaia di posti di lavoro. L’Unione è anche impegnata a divulgare l’importanza del programma su base cittadina in primo luogo, ma anche nazionale e internazionale per le tante opportunità di investimento che comporta.

Progetto di intervento sociale
Sosteniamo anche la visione del Comitato che ritiene che parallelamente sia possibile varare un progetto di intervento sociale con particolare attenzione alla legalità ed occupabilità, coinvolgendo scuole, centri formativi, parrocchie. Partendo da progetti di qualificazione ambientale – sostiene il Comitato NAPLEST – è possibile “arrivare all’organizzazione di iniziative che, diffondendo cultura, educhino la collettività al rispetto della Res pubblica: è possibile promuovere un prodotto comunicando un contesto ed un progetto di trasformazione che susciti l’interesse della comunità rendendola parte attiva del progetto stesso”.

 

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