Il 28 agosto scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge n. 102/2013 (pubblicato nella G.U. n. 204/2013 del 31 agosto 2013). Il decreto interviene su tre capitoli: fiscalità immobiliare, pagamento dei debiti della PA, CIG e trattamenti pensionistici.
Alcuni degli interventi adottati saranno perfezionati solo più avanti, con la Legge di Stabilità per il 2014, quando si completerà il quadro normativo della tassazione sugli immobili. In particolare, dovrebbe essere soppressa anche la seconda rata sulle abitazioni principali e, dal 2014, introdotta una service tax che ingloberà l’IMU e la Tares, di cui però non sono ancora noti i dettagli.
Nel decreto le misure di diretto interesse per le imprese sono limitate. L’intervento forse di maggiore interesse – quello relativo alla deducibilità IMU per le imprese, in attuazione del principio già introdotto dal DL n. 54/2013 – è stato soppresso con una modifica a sorpresa, intervenuta dopo l’approvazione del testo del decreto da parte del Consiglio dei Ministri.
Di seguito una sintesi delle principali novità fiscali del decreto, sul quale Confindustria sarà ascoltata in Parlamento la prossima settimana.

Fiscalità immobiliare

  • Abolizione della prima rata dell’IMU 2013 sulle abitazioni principali, terreni agricoli e fabbricati rurali. Il decreto ha disposto l’abolizione della prima rata IMU 2013, per le abitazioni principali e relative pertinenze, esclusi i fabbricati classificati nelle categorie A1 (abitazioni di tipo signorile), A8 (ville), A9 (castelli, palazzi di pregio). L’intervento relativo alla prima rata ha un costo per l’erario di circa 2,4 miliardi di euro.
  • IMU invenduto. Positiva per le imprese la disposizione che stabilisce la soppressione dell’IMU sugli immobili costruiti e destinati alla vendita ma rimasti invenduti e non locati (c.d. magazzino invenduto). Per il 2013 non sarà dovuta la seconda rata, mentre dal 2014 è sancita la totale esenzione. L’esenzione è prevista senza limiti di tempo, fin tanto che permane la destinazione alla vendita e l’immobile non sia locato. La misura ha un costo a regime di 38 milioni di euro.
  • Rimborso ai comuni del minor gettito IMU. Al fine di assicurare ai comuni il ristoro del minor gettito derivante dalle mancate entrate collegate agli interventi in materia d’imposta municipale, lo Stato darà un contributo di importo da definire con apposito decreto.
  • Riduzione dell'aliquota della cedolare secca per contratti a canone concordato. Si prevede la riduzione dal 19% al 15% dell’aliquota della cedolare secca per contratti di locazione a canone concordato. La riduzione entra in vigore a decorrere già nell’anno in corso con effetto retroattivo.
  • Deliberazioni in materia di TARES. Il decreto proroga al 30 novembre 2013 il termine entro cui i comuni devono emanare il regolamento attuativo della Tares e stabilisce i criteri a cui i comuni devono attenersi nel definire la regolamentazione, nel rispetto del principio “chi inquina paga”. Per il 2013, è abrogata la facoltà dei comuni di deliberare ulteriori agevolazioni Tares rispetto a quelle prefigurate dalla legge come facoltative o obbligatorie, che potevano giungere anche alla totale esenzione. I comuni dovranno garantire la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio relativi al servizio.
  • Misure di sostegno all’accesso all’abitazione e al settore immobiliare. Al fine di sostenere la ripresa del mercato immobiliare, l’articolo prevede che CDP possa concedere provvista alle banche per l’erogazione di mutui garantiti da ipoteca finalizzati all’acquisto di abitazioni principali e alla realizzazione di interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico.
  • Differimento del termine per la deliberazione del bilancio di previsione degli enti locali ed altre disposizioni in materia di adempimenti degli enti locali. Il termine per la deliberazione del bilanci comunali è ulteriormente differito dal 30 settembre al 30 novembre 2013. Per l’anno 2013, le deliberazione di approvazione delle aliquote e delle detrazioni, nonché dei regolamenti IMU acquistano efficacia a decorrere dalla data di pubblicazione nel sito istituzionale di ciascun comune, in deroga alle disposizione della disciplina IMU che prevedeva la decorrenza dell’efficacia dalla data di pubblicazione dei regolamenti stessi nella sezione del Portale del federalismo fiscale sul sito del MEF. La misura comporterà ulteriori complicazioni amministrative per le imprese che hanno immobili produttivi localizzati in diversi comuni, perché dovranno verificare, per ciascun comune, il sito di appartenenza.

Ad eccezione della esenzione da IMU degli immobili invenduti delle imprese di costruzioni – misura necessaria e richiesta da Confindustria - la valutazione dell’impianto complessivo del decreto in materia di fiscalità immobiliare è negativa.
Il decreto si concentra sul tema della tassazione degli immobili residenziali e trascura gli interventi prioritari per la crescita. Particolarmente grave che nel decreto non vi sia traccia dell’intervento annunciato dal Decreto Legge n. 54/2013, che impegnava il governo a riformare la tassazione sugli immobili di impresa – che sono stati penalizzati e hanno subito un pesante aggravio negli ultimi anni - a partire dalla deducibilità dal reddito di impresa dell’IMU pagata sugli immobili d’impresa.
Resta pertanto ferma la richiesta di Confindustria di un alleggerimento del carico fiscale sugli immobili d’impresa appartenenti al gruppo catastale, e la deducibilità immediata ed integrale per tali immobili dell’IMU dal reddito d’impresa e dalla base imponibile IRAP.
 


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